Cartoni animati Disney: una garanzia di contenuti assolutamente adatti ai bambini, che possono essere lasciati tranquillamente davanti al televisore senza la presenza di un adulto. Dopo aver letto questa frase, probabilmente starete pensando: “E chi osa controbattere?”
Noi. Con questo articolo.
Sapevate che alcuni episodi delle storiche serie firmate da Walt Disney Television Animation hanno suscitato scandalo dopo la prima messa in onda, al punto da guadagnarsi il bollino rosso e non essere mai più trasmessi in tivù?
La produzione animata Disney per la televisione, inaugurata nel 1984, raggiunse l’apice dello splendore tra il 1987 e i primi anni ’90 con il Disney Afternoon, un contenitore in cui venivano trasmesse in blocco serie animate in contemporanea su più emittenti televisive (formula comune negli Stati Uniti col nome di syndacation).
La compagnia di Burbank era approdata relativamente tardi sul piccolo schermo rispetto ad altri colossi – primo su tutti la Hanna-Barbera Productions Inc., che regnava sovrana sin dagli anni ’50. Nonostante ciò, l’entusiasmo per i cartoni animati Disney fu prorompente, il che portò le Avventure di Paperi e non solo a essere tradotte ed esportate in numerosi Paesi d’oltremare.

Più occhi puntati addosso si hanno però e più è semplice toccare argomenti che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno. Tematiche inizialmente ritenute innocue dai produttori, se non addirittura divertenti, hanno finito per rivelarsi sgradevoli di fronte a un pubblico tanto ampio e variegato come quello del Disney Afternoon. Per correre ai ripari, la Walt Disney Company è stata costretta a ritirare alcuni episodi delle sue serie TV animate più apprezzate.
Non tutti i fuorilegge sono dei veri banditi
In questo articolo vi indicheremo quali episodi sono stati banditi per decisione della stessa Walt Disney Company, la quale ad oggi non li ha resi disponibili sulla piattaforma streaming Disney+.
Nel corso degli anni, alcune nazioni hanno scelto di non trasmettere o censurare parzialmente determinate puntate di alcune serie tivù; processo non raro e che non interessa solo i cartoni Disney, dovuto alle differenze culturali (e di libertà di espressione, purtroppo, ndA) che si hanno nel mondo. Ma non vogliamo elencare in questa sede i casi interessati da simile sorte: non solo perché si andrebbe oltre le esigenze di sintesi di questo articolo, ma perché si tratta di decisioni prese dai singoli Paesi e non di scelte operate consapevolmente dalla casa madre.
Non prenderemo in considerazione nemmeno gli episodi che sono stati inizialmente banditi dagli schermi per essere successivamente ripristinati, in quanto la censura temporanea è per noi un indicatore di come gli argomenti affrontati si siano poi rivelati non così scomodi.
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Ma quali sono questi fantomatici episodi banditi dei cartoni animati Disney? E soprattutto, perché queste puntate hanno suscitato scandalo e scalpore? Quali sono le motivazioni che hanno spinto la Walt Disney Television Animation a prenderne le distanze? È presto detto.
1) Paperino e la mummia vivente (DuckTales)
Numerazione e titolo originale: 01×07 – Sphinx for the memories
DuckTales è la serie principe della produzione animata televisiva Disney. Trasmessa per la prima volta il 18 settembre 1987, servì a rilanciare la popolarità dei personaggi dei fumetti a livello mondiale. L’elevato indice di ascolti convinse la compagnia a mettere in cantiere altri progetti destinati al piccolo schermo: l’attività dei Walt Disney Television Animation Studios, avviata appena tre anni della distribuzione di DuckTales, decollò proprio grazie a quest’ultima.
Gli studi Disney sono consapevoli di avere un debito nei confronti di DuckTales ma, sebbene le siano stati dedicati svariati omaggi in varie forme nel corso degli anni, i suoi meriti non bastano a concedere alla serie la cortesia di renderla disponibile su Disney+ in versione integrale. Infatti, due episodi (su un totale di 100) sono stati banditi dalla piattaforma.
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Il primo è Paperino e la mummia vivente (Sphinx for the memories). L’episodio è ambientato in Egitto, dove Paperino fa scalo temporaneamente e ha dato appuntamento allo Zione e i nipotini. L’incontro però non avviene, poiché Paperino viene rapito da una setta a causa della sua incredibile somiglianza con il faraone Prescelto, a cui i seguaci riconoscono autorità e grandi poteri. A Paperone e Qui, Quo, Qua spetterà il compito di liberare lo zio, affrontando una mummia e il manipolo di invasati, capitanati dal gran sacerdote.
Non è chiaro il motivo per cui l’episodio sia stato bandito da Disney+. Il blog Deja View News suggerisce che il problema sia la rappresentazione stereotipata della popolazione egiziana, a cui la fonte DuckTales Retrospective aggiunge la presenza della mezzaluna come simbolo della setta, utilizzata come generico riferimento al Medio Oriente, che potrebbe però correre il rischio di vedersi attribuiti dei connotati religiosi, in quanto legata all’iconografia musulmana, l’utilizzo delle armi in alcune sequenze e il comportamento di Paperino nei confronti delle donne dell’harem che la setta gli ha messo a disposizione.
2) La guerra privata di Jet (DuckTales)
Numerazione e titolo originale: 01×27 – Launchpad’s Civil War
La rilevanza di DuckTales è tale da farle vantare non uno ma ben due episodi banditi da Disney+. Oltre a Paperino e la mummia vivente, non troverete sulla nostra piattaforma streaming preferita nemmeno La guerra privata di Jet (Launchpad’s Civil War).
La puntata ha per protagonista Jet McQuack, il pilota di Zio Paperone, che viene invitato a una rievocazione della Guerra di secessione americana, per interpretare suo nonno, generale dell’esercito sudista.
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La rappresentazione degli eserciti delle due fazioni, l’esibizione delle loro bandiere e il fatto che uno dei personaggi principali della serie vesta una divisa da ufficiale sudista passarono pressochè inosservati all’epoca della messa in onda dell’episodio. Il tema viene trattato in maniera molto semplificata: non viene fatta menzione delle reali cause del conflitto, né tantomeno si fa cenno alla schiavitù. Il solo pomo della discordia viene ricondotto ai dazi doganali (troppo alti per i nordisti, troppo bassi per i sudisti).
Se sul finire degli anni ’80 questa rivisitazione della guerra civile era ritenuta accettabile, almeno in un programma per bambini, lo stesso non può dirsi ai giorni nostri. Attualmente l’interesse per questo capitolo di storia americana si è risvegliato: il dibattito sulle ragioni dei due schieramenti è in corso, mentre è stato riconosciuto come l’esito della guerra continui ancora oggi a influenzare la società statunitense. Per evitare di suscitare polemiche, La guerra privata di Jet è stato rimosso dalle edizioni home video di DuckTales ed è stato bandito da Disney+.
La Guerra di secessione non è però un argomento completamente tabù su Disney+. I contenuti disponibili sulla piattaforma in cui viene affrontato l’argomento sono a volte preceduti da un disclaimer, che prende le distanze dalla rappresentazione inadeguata di alcuni temi, rispetto alla sensibilità che questi richiederebbero oggi. Perché dunque non fare lo stesso con Launchpad’s civil war?
Secondo DuckTales Retrospective, oltre ai problemi già individuati, vi sarebbe la rappresentazione delle armi da fuoco: un manipolo di soldati sopravvissuti alla guerra ne fa uso più volte nel corso del cartone, rendendolo inadatto a un pubblico di minori. L’ipotesi sembrerebbe avallata dal fatto che ne La liquidità è tutto, altro episodio in cui vengono utilizzate armi da fuoco, queste sequenze siano state tagliate. Se si fosse fatto lo stesso ne La guerra privata di Jet, la trama ne avrebbe però risentito troppo, ed ecco così che ad essere censurato è stato l’intero episodio.
3) Un regalo esplosivo (TaleSpin)
Numerazione e titolo originale: 01×65 – Flying Dupes
TaleSpin è una serie TV trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti tra il 1990 e il 1991, che ha per protagonista l’orso Baloo in veste di pilota di un aereo mercantile, alle prese con le consegne e i pirati dell’aria. Il cartone è uno spin off de Il libro della giungla (1967): accanto a Baloo troviamo infatti altri personaggi del 19° Classico Disney, come l’orango Luigi e la tigre Shere Khan, in una rivisitazione “urbana”. L’ambientazione principale è Cape Suzette, una città popolata da animali antropomorfi che si comportano da umani, indossano vestiti e vanno a lavoro.
L’episodio incriminato è anche l’ultimo della serie, Un regalo esplosivo (Flying dupes). La puntata inizia con la richiesta a Baloo di recapitare un pacco, che fa uno strano ticchettìo, nella vicina nazione di Tembria, dove vige una sorta di dittatura militare. Il dono, spacciato per un orologio a cucù, dovrebbe essere consegnato in giornata al capo di stato, l’Alto Maresciallo, allo scopo di consolidare i rapporti tra stati limitrofi. Si scoprirà poco dopo che il cliente è in realtà il proprietario di una fabbrica di munizioni, e che il pacco contiene una bomba. L’intento è creare un incidente diplomatico per far sì che scoppi una guerra, dalla quale il magnate delle armi avrebbe potuto trarre vantaggio. Raccontata in questi termini, siamo di fronte a una vera e propria trama terroristica, il che ci fa intendere come l’episodio possa facilmente aver dato adito a polemiche. Dopo la prima TV, l’8 agosto 1991, la direzione Disney stabilì di bandire la puntata da ogni futura proiezione.
In realtà l’episodio non ha i toni cupi che emergono dalla sinossi. Atterrato alla dogana, Baloo si offre di insegnare come guidare il suo aereo a un ufficiale dell’esercito locale, per poter sconfinare indisturbato. L’inadeguatezza dell’apprendista pilota genera un susseguirsi di situazioni comiche, dall’indossare un paio di sturalavandini ai piedi per arrivare meglio ai pedali, alle improbabili spiegazioni date ai checkpoint per non rivelare alle sentinelle di star prendendo lezioni di volo da un aereo straniero.
A seguire: Baloo e un soldato tembriano travestiti da ragazze di balera e un inseguimento con cacciabombardieri che sganciano frigoriferi, vasche da bagno e salsicce sui velivoli nemici.
Infine il pacco arriva nella villa estiva (coperta di neve) dell’Alto Maresciallo. Ed esplode. Per tutta una serie di motivi, viene riconosciuto che Baloo in realtà voleva sventare l’attacco terroristico (nonostante sia stato per tutto il tempo ignaro del contenuto del regalo…) e il capo di stato tembriano decide di suggellare la pace con Cape Suzette.
Una puntata tutto sommato innocua e a lieto fine, che forse avrebbe potuto essere riabilitata come è successo a un altro episodio della serie (Alla ricerca di Panda La), se non fosse che nel 2001, poco più di vent’anni dopo, un attentato legato agli aerei avrebbe sconvolto New York e il resto del mondo. In seguito all’attacco terroristico dell’11 settembre, è intuibile come l’episodio sia stato definitivamente escluso dai palinsesti e dal catalogo di Disney+ (sebbene sia presente nell’edizione in DVD di TaleSpin, rilasciata nel 2013).
4) Non scherzare con la magia (Darkwing Duck)
Numerazione e titolo originale: 03×08- Hot spells
Lui è il terrore che svolazza nella notte, lui è il parcometro che scade quando sei ancora in negozio, lui è…. bandito da Disney+. O almeno, un episodio della sua omonima serie lo è: stiamo parlando di Darkwing Duck, che racconta le avventure del protettore della città di San Canard, un papero pasticcione che indossa i panni di un superoe.
Nata come spin off di DuckTales e andata in onda per la prima volta nel 1991, Darkwing Duck è reperibile su Disney+, a meno di un episodio: Hot Spells (in italiano, Non scherzare con la magia). Originariamente pensato come speciale di Halloween, fu trasmesso il 31 ottobre del 1992 sulla rete americana ABC, prima di essere ritirato dalla circolazione.
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L’episodio vede Darkwing Duck accompagnare la fidanzata Morgana, una strega, alla scuola di magia per tenere un convegno. Nel frattempo Ocalina, la figlia adottiva del supereroe, attratta dalla magia, scopre con orrore che praticarla richiede troppa matematica e approfondite conoscenze chimiche. La soluzione? Cercare una strada più semplice e veloce per divertirsi coi sortilegi. Ed ecco entrare in scena l’elemento controverso dell’episodio: una specie di capra antropomorfa, tutta rossa, armata di coda puntuta e tridente, di nome Belzebub.
Si potrebbe pensare che l’apparizione di un personaggio simile al diavolo e del suo regno di torture, un’oscura caverna piena di fiamme e tormenti, siano bastati a far alzare più di un sopracciglio, sebbene non venga mai pronunciata a parola hell (inferno) nel cartone. In verità, Belzebub era già comparso nel 47° episodio della prima serie, Un papero all’altro mondo (Dead duck), in cui Darkwing viene spedito all’aldilà dal suo arcinemico Megavolt, visitando inferno e paradiso. Allora perché solo Hot spells è stato bandito?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, condannando l’episodio alla damnatio memoriae, è il fatto che Belzebub convince Ocalina a stringere un patto con lui. Evidentemente, molti genitori non hanno apprezzato l’idea che una bambina potesse stringere il proverbiale “patto col diavolo“, per quanto questo venisse comunque mostrato come un’azione negativa, veicolata con l’inganno e da non ripetere a casa.
Numerose lamentele furono recapitate sulle scrivanie della ABC, canale controllato dal gruppo televisivo Disney, convincendo la casa madre a ritirare l’episodio per mettere a tacere le polemiche. Forse, se i genitori indignati si fossero limitati a scrivere a poche emittenti locali su cui la serie andava in onda, le loro voci sarebbero giunte più flebili alle orecchie del colosso mediatico, che magari lo avrebbe portato a ignorare le proteste. I rumoreggiamenti invece furono forti al punto che la scelta di rimuovere l’episodio si è conservata ancora oggi, escludendolo dal catalogo di Disney+.
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5) A Goof Troop Christmas: Have yourself a Goofy little Christmas (Ecco Pippo!)
Alcune liste categorizzano Have yourself a Goofy little Christmas, ovvero lo special di Natale della serie Ecco Pippo! come un episodio bandito. La verità, in questo caso, è un po’ diversa.
Innanzitutto l’episodio, in quanto special, non fa parte di nessuna delle stagioni della serie che ha per protagonista Pippo e suo figlio Max. Ciò ha probabilmente fatto sì che Have yourself a Goofy little Christmas rimanesse esclusa dai contratti stipulati dalle emittenti televisive per la messa in onda delle repliche, in quanto solitamente i diritti per le puntate vengono ceduti in blocchi di stagioni.
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La stessa prima TV dello special avvenne al di fuori degli orari di programmazione riservati al resto della serie, all’interno di un programma-contenitore in live action, in cui erano presenti anche due cortometraggi di Paperino, Paperino ancora nei guai (1949) e In cima all’albero (1955), oltre a un piccolo dietro le quinte dell’allora Classico Disney di prossima uscita: Aladdin.

Il problema di Have yourself a Goofy little Christmas, pertanto, non deve essere ricondotto a temi controversi o scottanti, quanto piuttosto alla natura stessa della puntata, che nasce già come episodio a sé stante, scollegato dalla serie. Infatti, per quanto sia assente da Disney+, lo special è andato più volte in onda nel corso delle festività natalizie su Disney Channel e su Toon Disney, almeno fino al 2008. Negli USA è stato riedito in VHS nel 1998, in coppia con lo special di Natale di Darkwing Duck, e più volte in DVD (nel 2008, 2014 e 2015).
Letta la trama, si potrebbe pensare che tutto sommato l'episodio sia trascurabile rispetto alla serie. Probabilmente è quello che hanno pensato le case di distribuzione straniere, poiché esiste solo l'edizione in inglese. L'assenza di versioni in lingua diversa dall'originale ha forse contribuito alla scarsa diffusione dell'episodio o, comunque, ci sembra una spiegazione più plausibile rispetto a una decisione arbitraria della casa madre di bandirlo da Disney+ per motivi meglio dichiarati.
Dopo aver visto l'episodio però, non ci sentiamo in diritto di bollarlo completamente come superfluo. Lo special è in linea con il resto della serie, ed è in grado di suscitare il riso con leggerezza. Sul finale, quando arriva il punto più buio della disavventura (letteralmente, in quanto siamo nel fondo di una caverna), i protagonisti scoprono che per salvarsi basta lavorare di squadra e rispolverare le tradizioni familiari. Una rappresentazione a nostro parere adeguata dello spirito natalizio: non importa dove ci troviamo, o quante decorazioni abbiamo appeso all'albero, ma ritrovarsi insieme a chi ci vuole bene. Anche se questo significa esibirsi nell'imbarazzante Ballo dell'alce, che i pippidi si tramandano da generazioni, come soluzione per domare un orso imbizzarrito.
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In conclusione
Effettivamente censurati, di difficile reperimento o non disponibili su Disney+ per ragioni di copyright o che non conosciamo, questi episodi stridono rispetto alle nostre manie di completezza. Eppure, prima dell'avvento delle piattaforme streaming, non eravamo abituati a disporre integralmente dei prodotti che andavano in onda in televisione.
Da un lato, alcune puntate eliminate ci rendono consapevoli di come la società, negli anni, abbia acquisito una sensibilità diversa. Dall'altro, meno universale ma forse non meno rilevante, gli episodi mancanti ci ricordano con nostalgia del tempo in cui aver visto per intero una serie animata non era scontato. Un tempo in cui l'unica preoccupazione era organizzare i pomeriggi in base all'orario del nostro cartone preferito, a volte confidando nel registratore e spesso litigando con il resto della famiglia per la giurisdizione sul telecomando.
Filippo Mairani e Agnese Amato
Immagini © Disney
Fonti: The Darkwing Duck Hot Spells controversy (DuckTalks) | DuckTales Retrospective: Episode 23: "Launchpad's Civil War" e Episode 41: "Sphinx for the memories" (Chris Barat) |