Isabella Di Leo: il cancro a fumetti e l’amore per Zio Paperone

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Noi di Ventenni Paperoni abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice di Triplo Guaio, giovanissima grafica e fumettista

La milanese Isabella Di Leo di mestiere è una grafica pubblicitaria da sempre affascinata dal fumetto, di cui invece si occupa il suo compagno Vito Stabile, sceneggiatore Disney. Circa due anni fa, per Natale, ha scoperto di dover convivere con uno sgradito “ospite”, come lo definisce lei: un carcinoma mammario triplo negativo, a uno stadio già avanzato.
Con tutta la forza e la determinazione di cui disponeva, ha deciso di raccontare la sua esperienza in un fumetto, Triplo Guaio (clicca qui per recuperarlo) recentemente uscito in tutte le librerie.

Oltre a questo, ci ha parlato del suo legame speciale con i fumetti Disney. Eh sì, perché Isabella, proprio come noi, è una Ventenne cresciuta prendendo come modello d’ispirazione Paperon de’ Paperoni, a cui ha dedicato anche dei bellissimi disegni.
Ecco cosa ci ha raccontato.

 
Ciao Isabella! Da quando Triplo Guaio è uscito in libreria per Beccogiallo, hai rilasciato diverse interviste. Noi vorremmo soffermarci sul tuo lavoro in relazione ai fumetti Disney, di cui sei da sempre una grande appassionata. Prima, però, raccontaci com’è stato parlare di un’esperienza così difficile da affrontare sulle pagine di un fumetto, mettendosi a nudo e parlando di cose estremamente personali.

Ciao a tutti! Come dico sempre Triplo Guaio è nato spontaneamente, in un momento di grande necessità. La malattia che avevo scoperto di avere mi stava trascinando in una brutta spirale di paure e cattivi pensieri, fino a quando mi sono decisa a rinsavire ed ecco che ho cominciato a schizzare i personaggi e le prime vignette di Triplo Guaio! Da quel momento non mi sono fermata più. Riguardo il raccontare cose personali ho pensato che tutto ciò che stavo vivendo io lo stavano passando anche altre persone e in questa maniera potevo parlare anche di loro, non solo di me.

Sei da sempre una grande appassionata di Zio Paperone e della Saga di Don Rosa, in cui in diversi momenti il futuro miliardario deve reagire alle difficoltà che gli pone la vita, in scene che spesso risultano essere d’ispirazione per il lettore. Gli insegnamenti di questo o altri fumetti Disney ti hanno aiutato ad affrontare la tua situazione? Se sì, in che modo?

Paperone è sempre stato uno dei miei modelli di vita, la sua determinazione mi ha sempre ispirata tantissimo fin da piccola. Sento di avere delle cose in comune con lui (la parsimonia prima di tutto!) e ogni volta che mi capitava di cadere, magari ricevendo una batosta o trovando un brutto lavoro, pensavo sempre: “Dai, Paperone ha trovato la pepita uovo d’anatra a trent’anni dopo una vita di schiaffi, ho ancora tempo davanti a me!” E ora la mia pepita (solo metaforica, purtroppo!) è arrivata: Triplo Guaio.

Il tuo modo di raccontare è molto ironico e spigliato, e ciò è notevolissimo anche in relazione alla materia trattata. Quali sono le tue fonti di ispirazione, sia a livello grafico che narrativo?

Risalendo al passato sono cresciuta con gli stili grafici di Toriyama, Barks e Rosa. Sono stati gli artisti che ho più copiato, quindi sono certa che ci sia qualcosa di loro nei miei disegni. Cito anche il grande Sciarrone, che alcuni anni fa mi diede delle lezioni sul disegno Disney , da lui ho imparato tantissimo e ho migliorato di molto il mio stile. Per quanto riguarda invece l’ironia, Gene Wilder, Scrubs, Aldo Giovanni e Giacomo e Paolo Villaggio sono tra le mie fonti di ispirazione principali. Tutti loro hanno in comune la brillantezza, sono stati di grande ispirazione per me e ho capito che queste caratteristiche rappresentavano la chiave per arrivare alla gente.

 
Consigli ai nostri utenti una storia Disney da leggere (o rileggere) stasera?

La mia preferita di sempre è Zio Paperone e la Stella del Polo, storia che non ha bisogno di presentazioni. La prima volta che l’ho letta da bambina, nel numero 77 della rivista Zio Paperone fu per me un vero e proprio colpo di fulmine. Mi innamorai del personaggio di Paperone, così pieno di sfumature. Per la prima volta in questa storia mostrava la sua fragilità sotto quella dura scorza che lo aveva sempre contraddistinto.  È grazie a questa storia che ho scoperto il magico mondo dello “shipping” [coinvolgimento emotivo e/o intellettuale dei fan nello sviluppo della relazione tra una coppia di personaggi di un’opera] anche se a 8 anni ancora non ero in grado di dare un nome a questo fenomeno! Ciclicamente la rileggo e mi emoziono, rileggetela all’infinito anche voi!

Per concludere, ti va di raccontarci da quanto tempo conosci la nostra pagina e cosa rappresenta per te?
La seguo da quando è nata, ne sono sempre stata fan perché adoro poter avere sotto mano una pagina che mi permette di recuperare le vignette più significative delle storie migliori… E poi appunto ho potuto recuperare molti capolavori che mi ero persa per strada!
 
 

Grazie ad Isabella per averci concesso l’intervista. Noi della Redazione di Ventenni Paperoni le mandiamo un grosso in bocca al lupo per tutto!

Contatti
https://www.instagram.com/nuttyisa/
https://www.facebook.com/nuttyisa

Intervista a cura di Mattia Del Core

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