Quella del fumetto è una storia un po’ controversa
Vi sono diversissimi pareri in merito. Da molti i fumetti sono considerati una lettura infantile, da prima infanzia, al massimo una lettura di passaggio che educa a leggere libri “seri”. Da altri viene considerato un prodotto di bassa cultura.
Caro Ventenne che stai leggendo queste righe, sì proprio tu
So che almeno una volta nella vita ti sarai sentito dire (Sigh! Sob!) «Alla tua età ancora leggi i fumetti?» E so anche che se non si conosce questo meraviglioso universo, adatto ad ogni età, è facile che da chi ne è estraneo possa essere frainteso. Se lo si considera solo un insieme di disegni colorati e brevi vignette è facile cadere nel tranello e credere che sia una lettura da bambini.
Ovviamente il fumetto ha anche moltissimi estimatori in tutto il mondo, che ne riconoscono l’importanza come arte a sé stante, e non come una semplice e infantile unione tra immagine e parola.
Il fumetto è molto più di tutto questo, in effetti.
Il fumetto stimola le capacità logiche, l’intuizione, l’immaginazione. Ai personaggi bisogna dare una voce, immaginare il movimento tra una vignetta e l’altra. Il lettore deve intuire i movimenti tra il susseguirsi dei baloon, immaginare cosa accade, in quanto il disegno è notoriamente un’arte statica, nel senso che il movimento non può essere davvero rappresentato, ma se ne può dare solo una parvenza, e sta quindi al lettore figurarlo nella sua mente.
Vogliamo parlare della particolarità della resa del suono nel fumetto? Le onomatopee, parole che lasciano intuire suoni tutti da immaginare, a cui dare un senso, un’intonazione
La resa dei pensieri, dei modi di parlare, il tratteggio dei baloon che può indicare il parlare sottovoce se tratteggiato, delle forti grida se deformato e in grassetto eccetera. Insomma, le storie devono essere immaginate, interpretate dalla mente del lettore, che è continuamente stimolata da suoni, disegni, rappresentazioni a volte solo leggermente accennate.
Ogni storia ha un proprio codice, da interpretare secondo i propri schemi mentali e la propria fantasia.
Il fumetto stimola le capacità logiche, identificative, in quanto vignetta per vignetta è necessario comprendere e osservare le dinamiche delle vicende, capirle, dargli necessariamente un senso.
Leggendo i fumetti si impara ad osservare, a cogliere i dettagli delle situazioni, a scoprire quel dettaglio piccolo apparentemente insignificante che dona una sfumatura, un senso particolare al racconto.

Ma noi parliamo, più nello specifico, dei fumetti Disney, delle storie che tutti noi amiamo e apprezziamo, con cui sogniamo, ci emozioniamo e ci divertiamo. Cosa è che le rende tanto speciali?
Una delle particolarità di queste storie è chepresentano sempre lo stesso gruppo di personaggi, con gli stessi schemi che si ripetono in modi pressoché uguali. Vedi i Bassotti che tentano di rapinare Paperone, Amelia che tenta di sottrarre la numero uno al vegliardo, Brigitta che cerca di conquistare il cuore del suo Paperonuccio, Paperino che deve subire la fortuna sfacciata del cuginastro eccetera eccetera, ma assolutamente diversi. Come dire, le storie presentano delle costanti e delle variabili, che sempre ci sorprendono e mai si presentano in modo ripetitivo o già visto.
Ogni autore ha creato un proprio mondo, regalando ai personaggi che tutti amiamo delle sfumature particolari, arricchendoli, lasciandoli invariati ma donandogli qualcosa in più.
Sono tanti gli aspetti che rendono pedagogicamente valido il fumetto Disney
Uno tra tutti, innegabilmente uno dei miei preferiti, è il linguaggio utilizzato, che spesso recupera arcaismi e termini assolutamente inconsueti.
Sono sicura che tutti voi estimatori dei paperi conosciate almeno un termine desueto, imparato leggendo le pagine del nostro settimanale preferito. Personalmente, ho imparato e arricchito il mio vocabolario più con i fumetti Disney, che con molte altre letture considerate generalmente più “serie” o “valide” o “da adulti”. Conoscere tante parole, avere un vasto vocabolario, si sa bene, stimola il pensiero critico, la facoltà logica, estende la capacità del pensiero, in quanto si hanno a disposizione più parole per esprimere ciò che si pensa.
La lettura del fumetto favorisce anche la capacità di identificarsi con il personaggio, l’empatia che possiamo provare per qualcuno che non siamo noi.
So che proprio tu che stai leggendo, ti senti quotidianamente un Paperino, ma che spesso e volentieri tiri fuori i tuoi stivaletti a molla e diventi un perfetto Paperinik, pronto a lottare e prendersi le sue rivincite
È esattamente questo che voglio dire: queste letture ci aiutano ad immedesimarci e a esplorare mondi creati interamente con fantasia e matita, che altrimenti resterebbero inesplorati. È un modo per viaggiare con la mente, per non stare fermi pur stando fermi.
E, appunto, pedagogicamente crescere con i fumetti Disney significa tutto questo, e molto altro.
Non vi ho convinti?
Persino un grande come Umberto Eco riconosce le potenzialità dei fumetti. Una delle sue citazioni, che adoro, è appunto: «Se voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi leggo Corto Maltese».
Mi permetto di paperizzare, Umberto Eco non me ne voglia, la frase: «Se voglio divertirmi leggo- boh quello che vi pare-, se voglio impegnarmi leggo Paperino».
Quindi cosa aspettate? Non state qui a gozzovigliare: scommetto che non riuscite ad imbonire l’uzzolo di catapultarvi in floride letture.
Giulia Donatelli
FONTI:
http://www.epnrieti.gov.it/files/Il-Fumetto.pdf
Gianni Rodari, Grammatica della Fantasia
Immagini © Disney